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by StudioStella
Diritto, Diritto penale tributario16 Marzo 20240 comments 0 Likes

Reati tributari: tipologie e strategie per evitarli

I reati tributari possono essere definiti come gravi violazioni della legislazione fiscale e delle leggi relative al pagamento di tasse e obblighi fiscali imposti dallo Stato.

Il responsabile del reato tributario può essere una persona fisica o giuridica e la tipologia di delitti previsti dal nostro ordinamento è molto ampia ed è disciplinata dal Decreto Legislativo n. 74 del 2000, conosciuto come “Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”.

Tipologie e caratteristiche dei reati tributari
Scarica l’infografica

Le tipologie di reati tributari

In termini generali, i reati tributari sono considerati sempre violazioni gravi, che possono portare a pene severe, oltre che a misure cautelari personali e patrimoniali ed alla confisca.

Il Decreto Legislativo n.74 del 2000 individua le varie tipologie di reati tributari, suddividendole in due grandi gruppi: le fattispecie di tipo dichiarativo e quelle di tipo documentale.

I reati tributari di tipo dichiarativo

I reati tributari dichiarativi sono relativi a violazioni in materia di dichiarazione, tra cui:

Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti

Tale fattispecie è individuata all’articolo 2 del Decreto e si configura in presenza di dichiarazioni presentate avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

Il reato prevede la reclusione da quattro a otto anni o, se l’ammontare degli elementi passivi fittizi è inferiore a 100.000 euro, da un anno e sei mesi a sei anni.

Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici

È definita all’articolo 3 e si verifica quando un soggetto, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, compiendo operazioni simulate o avvalendosi di documenti falsi o di altri mezzi fraudolenti, indica nelle proprie dichiarazioni fiscali elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo od elementi passivi fittizi o crediti e ritenute fittizi, nel caso in cui ricorrano congiuntamente due condizioni:

  • l’importo della singola imposta evasa deve superare i trentamila euro;
  • l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti all’imposizione, anche mediante indicazione di elementi passivi fittizi, e’ superiore al cinque per cento dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione, o comunque, e’ superiore ad 1,5 milione di Euro, ovvero qualora l’ammontare complessivo dei crediti e delle ritenute fittizie in diminuzione dell’imposta, e’ superiore al cinque per cento dell’ammontare dell’imposta medesima o comunque a 30 mila Euro.

La dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici è punita con la reclusione dai tre agli otto anni.

Dichiarazione infedele

La dichiarazione infedele, prevista all’articolo 4 del Decreto, stabilisce la pena della reclusione da due a quattro anni e sei mesi per chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indichi in una delle dichiarazioni annuali relative a tali imposte elementi attivi per un importo inferiore a quello effettivo o elementi passivi inesistenti, quando congiuntamente ricorrono due condizioni:

  • l’imposta evasa supera i 100 mila Euro per ciascuna delle singole imposte;
  • il totale degli elementi attivi sottratti all’imposizione, anche tramite l’indicazione di elementi passivi inesistenti, supera il dieci per cento del totale degli elementi attivi dichiarati, o comunque, supera i 2 milioni di euro.

Omessa dichiarazione

Prevista all’articolo 5, l’omessa dichiarazione fa riferimento a chiunque, con l’intento di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, non presenti una delle dichiarazioni relative a tali imposte pur essendo obbligato a farlo, nel caso in cui l’imposta evasa sia superiore a 150 mila Euro, per ciascuna delle singole imposte; la pena stabilita è la reclusione da due a cinque anni.

Analogamente, è punito con la reclusione da due a cinque anni chi, pur avendone l’obbligo, non presenti la dichiarazione di sostituto d’imposta, quando il totale delle ritenute non versate supera i 150 mila Euro.

Non si considera omessa la dichiarazione se questa viene presentata entro novanta giorni dalla scadenza del termine, o se non è sottoscritta o non redatta su un modulo conforme al modello prescritto.

Tipologie e caratteristiche dei reati tributari
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I reati tributari di tipo documentale

Per quanto riguarda invece i reati tributari documentali, includono sei fattispecie che illustriamo brevemente di seguito.

Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti

Tale fattispecie, prevista dall’articolo 8 del Decreto, si configura laddove vengano emesse fatture o altri documenti relativi a operazioni inesistenti, con l’intento di permettere a terzi di evadere le imposte; la pena stabilita è la reclusione da quattro a otto anni.

L’emissione o il rilascio di più fatture o documenti per operazioni inesistenti durante lo stesso periodo di imposta viene considerato come un solo reato; inoltre, se l’importo indicato in modo non veritiero nelle fatture o nei documenti, per periodo di imposta, è inferiore a 100 mila euro, si applica la pena da un anno e sei mesi a sei anni di reclusione.

Occultamento o distruzione di documenti contabili

Tale fattispecie, prevista dall’articolo 10 del DL, punisce chiunque, con l’intento di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, ovvero di consentire l’evasione a terzi, occulti o distrugga in tutto o in parte le scritture contabili o i documenti obbligatori per la conservazione, in modo da non consentire la ricostruzione dei redditi o del volume di affari; la pena prevista è la reclusione da tre a sette anni.

Omesso versamento di ritenute certificate

La condotta prevista dall’articolo 10-bis del Decreto consiste nel non versare entro il termine stabilito per la presentazione della dichiarazione annuale di sostituto d’imposta le ritenute dovute, per un importo superiore a 150 mila euro per ciascun periodo d’imposta; la pena prevista è la reclusione da sei mesi a due anni.

Omesso versamento di Iva

Tale fattispecie, disciplinata dall’articolo 10-ter del Decreto, si configura quando non viene versata, entro il termine per il versamento dell’acconto relativo al periodo d’imposta successivo, l’IVA dovuta in base alla dichiarazione annuale; la pena prevista è la reclusione da sei mesi a due anni e la soglia di punibilità è fissata al superamento dei 250 mila euro per ogni periodo d’imposta.

Indebita compensazione

Prevista all’articolo 10-quater del Decreto, l’indebita compensazione viene punita con la reclusione da sei mesi a due anni e si configura quando vengono versate le somme dovute, utilizzando in compensazione crediti d’imposta non spettanti per un importo annuale superiore a 50 mila euro.

È invece prevista la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni per chi non versa le somme dovute, utilizzando in compensazione crediti inesistenti per un importo annuale superiore a 50 mila euro.

Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte

Tale fattispecie, disciplinata dall’art.11 del DL n.74 del 2000, punisce con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte di ammontare complessivo superiore a 50 mila euro, aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva.Se l’importo complessivo delle imposte, delle sanzioni e degli interessi supera i 200 mila euro, la pena prevista è la reclusione da un anno a sei anni.

Inoltre, è prevista la reclusione da sei mesi a quattro anni per chi, con l’intento di ottenere per sé o per altri un pagamento parziale dei tributi e dei relativi accessori, riporti nella documentazione presentata per la procedura di transazione fiscale elementi attivi per un importo inferiore al reale o elementi passivi fittizi per un importo complessivo superiore a 50 mila euro. Infine, se l’importo indicato supera i 200 mila euro, si applica la reclusione da un anno a sei anni.

Tipologie e caratteristiche dei reati tributari
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Ridurre il rischio di commettere reati tributari: l’importanza della consulenza nel Diritto Penale Tributario

Al fine di ridurre in modo significativo il rischio di commettere, anche in modo inconsapevole, uno o più tra i reati tributari elencati finora, è essenziale per le aziende potersi affidare alla consulenza continuativa di esperti legali specializzati in Diritto Penale Tributario.

I professionisti dello Studio Legale Stella vantano competenze specifiche nel Diritto Penale Tributario, partecipando abitualmente a processi penali connessi alle diverse fattispecie di reati tributari.

Considerata l’expertise maturata in tale settore, i nostri professionisti offrono assistenza continuativa ad aziende di diversi settori e dimensioni al fine di garantire la piena compliance con le normative in vigore e la gestione efficiente dei procedimenti penali in corso.

Richiedi subito una consulenza ai nostri avvocati contattandoci.

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